Il Festival della letteratura di Mantova (9-13 settembre 2015), quest’anno alla sua diciannovesima edizione, ha invitato a prendervi parte la nostra Associazione che con entusiasmo ha subito aderito all’iniziativa.
In molti si saranno chiesti: che ci azzecca la grafologia con la letteratura?
In realtà il mondo della scrittura, dei libri, della stampa, della grafica ruota tutto attorno alla scrittura manuale. Si parla di fine di un’epoca, sostituita ormai dal digitale in tutte le sue forme ed espressioni. Ma è poi così vero?
L’interesse che il nostro gazebo, nato all’insegna del “salviamo il corsivo e la scrittura manuale tout Court”, sta a dimostrare che penna e matita non sono affatto morte, tutt’altro: stanno benone! Il nostro spazio è stato letteralmente preso d’assalto da visitatori di ogni età – ma in particolare dal mondo della scuola: insegnati, genitori, studenti, … – tutti curiosi di sapere che cos’è e come funziona questa nostra bella disciplina.
Allora i grafologici si sono dati da fare per spiegare non solo in teoria ma anche nella pratica come si “legge” un foglio di scrittura manuale, quali osservazioni si fanno, quali informazioni ci dà. Tutti impariamo a scrivere a scuola (o meglio: per le generazioni più avanti con gli anni era così; oggi i bambini di sei anni arrivano a scuola già istruiti, scolarizzati, informati sulla scrittura) e ciascuno di noi produce sul foglio forme, e lettere e righe di testo e firme molto diverse tra loro. Ciascuno infatti scrive a modo suo, rappresentandosi sulla carta proprio come fa con tutto il corpo, con la gestualità, con le scelte e i gusti che lo riguardano, quando lavora, quando fa spese, quando studia, quando vive, ….
È stato bello vedere i visitatori aspettare il proprio turno per scrivere seduti ai banchi di scuola e sentire le parole del grafologo descrivere i margini, l’andamento delle righe, la pressione sul foglio, le forme geometriche, chiare o illeggibili, gli svolazzi o la semplicità delle forme.
Il nostro modo di scrivere e la nostra firma sono il nostro autoritratto, contengono “tutti i nostri ieri”, tutti i nostri desideri, le ferite ma anche le risorse per andare avanti, rinascere, crescere ancora, vivere e cercare il modo più consono a noi di farlo. Questo evento, questa bella opportunità data alla grafologia per farsi conoscere per le possibilità di impiego, per la sua grande utilità in molti settori della vita, è stato importante per l’AGI Lombardia e per tutti i grafologi coinvolti.
Ci auguriamo di poter ripetere in futuro la bella esperienza di Mantova. Far toccare con mano le potenzialità di questa disciplina è stata la miglior pubblicità, capace di allontanare finalmente la figura del grafologo da quella di mago o di venditore di fumo che in passato purtroppo ha frenato e a volte ancora frena il suo diffondersi presso il pubblico.
