Abstract:
È noto a tutti i grafologi che operano nel forense che la loro disciplina è parte integrante della criminalistica. Possiamo definire la CRIMINALISTICA come quella particolare e complessa tecnica dell’investigazione criminale che studia l’insieme dei mezzi, suggeriti dalle varie scienze, per l’accertamento dell’oggettività del reato e la scoperta dell’autore. Il suo ambito specifico sono le indagini dirette, quelle cioè che si compiono sulla scena del luogo in cui il reato è stato commesso e immediatamente dopo l’evento.
Ad essa, tra molte altre specialità, appartengono l’analisi della scena del crimine, la fotografia
giudiziaria, la dattiloscopia, l’antropometria, la balistica forense e anche, per l’appunto, la grafologia forense. I padri fondatori della moderna criminalistica si sono tutti interessati all’analisi della scrittura (Ottolenghi e Locard, per tutti), e il metodo che introdusse Bertillon (il portrait parlé) è ancora usato nelle sezioni di identità grafica della polizia scientifica e dei Ris; lo stesso metodo, peraltro, che tutt’oggi si impiega per svolgere correttamente il sopralluogo di polizia scientifica.
Ma i grafologi conoscono la criminalistica? Sanno cos’è e come si deve agire in una scena di un crimine? Hanno mai sentito parlare della dattiloscopia o sanno a cosa serve? E il DNA, e la balistica? E sanno cos’è e a che serve l’antropometria? E hanno idea dei vari protocolli in uso presso ciascuna disciplina, molti dei quali indicati anche per la grafologia forense?
A Chi tra noi svolge la materia che conosce praticandola da solo nel suo ufficio ritenendo che gli basta e gli avanza, e che il tempo che ha è poco e gli è appena sufficiente per curare lo specifico aggiornamento della sua esclusiva competenza, per onestà, gli si sconsiglia di partecipare a questo incontro perché ci sarà poca grafologia ma molto di tutta la restante criminalistica, raccontata con dovizia e approfondimenti e con slide realistiche. Chi, invece, deciderà di aderire dovrà avere spirito critico, dovrà essere curioso, dovrà fare delle domande, anche quelle più ovvie e meno scontate o meno “politicamente corretto”, attraverso le quali potrà capitargli di rivedere e rivisitare consolidati convincimenti, perché solo la conoscenza di tutto quanto sta attorno al nostro mondo, le cc.dd. conoscenze “trasversali”, ci aiuterà ad essere più partecipi ma anche più critici non solamente dell’ambiente forense che frequentiamo ma anche verso noi stessi e la società in cui viviamo. La criminalistica, peraltro, è al centro del tavolo di lavoro GL 28 dell’UNI di Milano, al quale l’AGI partecipa sin dal suo insediamento. Tra le varie discipline che il tavolo ha preso in esame al fine di normarle e disciplinarle secondo le norme di riferimento UE (requisiti, formazione, aggiornamento, anzianità, ecc.), anche allo scopo di poterle poi accompagnare alla certificazione della professione, la grafologia forense e la grafometrica ne fanno parte a pieno titolo.
Programma:
L’incontro, della durata di 4 ore, dopo una parte introduttiva sulla Criminalistica, proseguirà con l’analisi di casi concreti.