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23 Giugno 2020

COSA CI DICE LA FIRMA? RITRATTO PARLANTE DI FEDERICO FELLINI

FEDERICO FELLINI (1920/1993)

Per capire la persona e il cinema di Federico Fellini (è un tutt’uno) basta vedere “8½” il suo capolavoro, un passo oltre, secondo me, a tutte le altre personali visioni del regista.

Ora siamo di fronte alla sua firma e cerchiamo di penetrare in una mente che ha fatto delle immagini oniriche la propria cifra stilistica, visioni, al primo impatto, incomprensibili, ma, alla seconda, quinta, sesta visione, questi sprazzi di immaginaria e reale prospettiva si trasformano in un ipnotico viaggio che incanta i nostri sensi. Per poter compiere questa estraniazione è d’obbligo lasciarsi andare, cullarsi con le immagini, entrare in un’altra dimensione e ritornare con i piedi per terra a fine film. Chi non riesce a compiere questo indispensabile passaggio sarà annoiato dai lavori di questo grande regista.

Associazione grafologica italiana

Ho osservato attentamente sette firme fatte nell’arco di undici anni e poi mi sono concentrato su una; tutte sono alquanto simili fra loro, nel filo grafico, nelle dimensioni, paraffe e Ricci. Un altro rilevante punto in comune è il segno Oscura che si avvicina ai 10 decimi. Di norma la scrittura è vergata con la penna stilografica blu o nera e solo una firma è stata fatta con la biro (in tutte, comunque, si nota la Pressione). Alcuni campioni presi in considerazione presentano scarni appunti (luogo, date, brevi saluti), spesso con il tratto più leggero e con in comune delle marezzature, mentre le firme hanno il filo compatto ed in rilievo.

Fissandola tante volte, lasciandosi andare in essa, la firma mi è parsa come magnetica e questo, probabilmente, ci fa capire di essere di fronte a una persona poco comune, che non vuole perdere tempo, irrequieta. Colpisce la quasi assenza di angoli, compensata dalla presenza di due ganci (nella paraffa e alla fine del cognome). Riguardo agli angoli, però, ne possiamo osservare due di buon grado nell’anno sotto la firma ed anche nella O di Roma; la A, sempre in Roma, è Chiusa e questo ci potrebbe far pensare a una vivacità mentale che ci riporta a una certa impazienza. La differenza fra le firme e i pochi appunti su alcuni degli stessi fogli, mi fanno scorgere una persona che possiede una dolcezza di fondo che non sempre è espressa.                  

Le larghezze e le aperture in questa firma le associo al respiro e inizio ad intravedere una personalità che presenta delle caratteristiche che possono scontrarsi. Anche il vistoso Riccio dell’ammanieramento iniziale mi ricorda le parole di Torbidoni «Chi ha questo segno rivela una certa disposizione a considerare la vita come una grande commedia, a ritenere possibile solo l’affermazione di coloro che riescono a ingannare e a bluffare» (questo pensiero, mi pare proprio che vada a pennello con le caratteristiche dell’artista). Mi si permetta un’altra, secondo me, interessante comparazione fra le firme e la scrittura; il Calibro nella firma è medio e nella scrittura sempre piccolo; nella firma c’è Attaccata in buon grado e nella scrittura vediamo Staccata sopra media, in entrambi vediamo un alto Oscura. Per tutte le firme a parte una, le paraffe che la sottolineano, partono in modo sicuro da sinistra per proseguire con poca convinzione e terminano sfumate. Insomma, notiamo delle contradizioni, che, secondo me, infondono brio alla persona.

Aspetti della firma che mi paiono rilevanti sono la creatività e la vivacità intellettiva unite alla curiosità. Per una vistosa occupazione della zona superiore si potrebbe pensare ad una spiccata, esuberante fantasia; non manca l’aspetto della persona estroversa, che tende ad adattarsi, caratterizzata, inoltre, da una piacevole spinta affettiva che avvicina gli altri. Abbiamo inoltre l’impressione di trovarci davanti una persona dalla buona vitalità e ambizione e questo desiderio di riuscire, che potrebbe essere male interpretato, è ammorbidito da un sentimento di generosità; gli altri lo percepiscono come un individuo simpatico e poco spigoloso. Notiamo che fa capolino un po’ di tenacia nel portare avanti le idee, ma mi pare che questa caratteristica sia altalenante.

Il puntino finale della i è posto in alto e a forma di virgola, o accento, e questo ci fa pensare ancora una volta all’andare oltre la realtà, ma non prenderei in considerazione questo “puntino” perché è l’unico rispetto a tutti gli altri.

Osservando il filo grafico così “libero”, quasi anarchico nelle belle forme, continuo a pensare all’aria che passa fra esse. Ed è, appunto, questo l’elemento che potrebbe rappresentare un limite nella persona in quanto alla praticità; lavorare con le mani, scavare, ad esempio, una buca, non mi pare rientri nelle sue corde. Questo è un uomo d’intelletto che potrebbe avere difficoltà nel risolvere le problematiche quotidiane; saprà senza dubbio delegare.

La firma ci porta alla primarietà, ma, osservando nell’insieme anche gli appunti, l’ordinata occupazione dello spazio ci fa pensare anche alla secondarietà.

Nel complesso, il ritmo grafico ci delinea una persona intellettualmente dinamica, dalla spiccata personalità, che difficilmente si riuscirà a contenere legata in un recinto.

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Non è superfluo precisare che mai durante l’analisi si è pensato o preso in considerazione Fellini come celebre personaggio e la firma è stata studiata come anonima. Ora, confrontando il risultato dell’osservazione della persona con quello che pensiamo di sapere del personaggio, mi pare che si possa sovrapporre la figura grafologica a quella artistica senza che emergano stridenti differenze fra loro.

Antonio Perolfi

Antonio Perolfi

Grafologo e membro del Gruppo ricerca

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