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29 Settembre 2019

A Mano Libera, l’arte del corsivo

Villa Necchi Campiglio
a cura del FAI Fondo Ambiente Italiano

Nella splendida cornice di Villa Necchi Campiglio si è svolta a fine settembre una manifestazione organizzata dal FAI (Fondo Ambiente Italiano) sul tema della scrittura manuale e della calligrafia.

In tempi di tablet tastiere e diplay si torna ancora a parlare dei vantaggi dello scrivere diari lettere e biglietti augurali con le proprie mani.

Lasciando computer e tastiere si ritrova il piacere di usare penne pennini inchiostri e matite per esprimere se stessi, i propri gusti, la propria creatività.

Al mattino si è tenuta una tavola rotonda: “Del bene e del bello dello scrivere a mano”, cui hanno preso parte relatori legati al mondo della creatività, della scuola e dell’educazione: Alex Barocco (calligrafo), Roberto Pittarello (artista ed educatore), Federico Bianchi di Castelbarco (direttore dell’Istituto di Ortofonologia di Roma), Roberto Bartolini (presidente nazionale AGI Associazione Grafologica Italiana).

L’evento FAI è stato curato dall’Associazione Calligrafica Italiana (ACI) che ha organizzato i laboratori per bambini e adulti e la mostra “I quaderni raccontano la calligrafia”: pagine e pagine di compiti ed esercizi scolastici dall’ottocento ai giorni nostri nelle sale interne della villa.

Anche la nostra associazione AGI è stata invitata a partecipare all’importante e coinvolgente evento. Una equipe di grafologi professionisti hanno prestato la propria consulenza e hanno mostrato “in diretta” le grandi potenzialità della nostra disciplina: che cosa può dirci la nostra grafia, il nostro modo personale di tracciare le lettere sul foglio bianco, di noi stessi?

Dalle dieci di mattina alla diciotto di sera i grafologi hanno accolto ininterrottamente i visitatori che si erano iscritti per farsi osservare la grafia. La richiesta del campione di scrittura contemplava anche qualche frase in Stampatello, uno stile di scrittura divenuto ormai complementare — quando non addirittura un sostituto — del corsivo. Dal confronto dei differenti stili adottatti da ciascuno (corsivo, STAMPATELLO e firma rappresentano e identificano aspetti e sfaccettature del carattere e delle propensioni inclinazioni gusti modi e maniere dello scrivente) è nato quasi sempre un dialogo tra il consulente e l’autore della grafia.

La piccola folla di visitatori curiosi che ha sottoposto i propri scritti agli esperti grafologi è stata sorpresa e stupita nel riscontrare le correlazioni tra il nostro modo di scrivere e i nostri comportamenti, le attitudini, le problematiche del vivere, dell’agire, delle relazioni personali e perfino della sua storia personale. Il ricavato è andato a favore del Fai.

Anche i professionisti che hanno prestato volontariamente la propria consulenza sono rimasti molto soddisfatti. Interpellati, hanno risposto alla domanda «Che cosa ti ha colpito maggiormente della conversazione nata dallo scambio di pareri tra osservatore e osservato?»: l’interesse suscitato e la richiesta di risposte fondamentali per lo svilpuppo personale, la ricerca di valori cui ispirarsi.

«Una donna medico, alle soglie del pensionamento» — osserva Lucia — «alla fine dell’esplorazione sulla sua scrittura, mi chiede: “ma io, chi sono?”»

Patrizia: «La mia terapeuta — mi rivela una giovane sui venticinque anni — ci ha messo una vita per permettermi di osservare questo mio comportamento!».

Anche Antonio, Emilia e Margherita hanno fatto esperienza di qualcosa di prezioso scaturito dalla conversazione attorno alla scrittura manuale di chi si trovavano di fronte.

Il mondo è in perenne cambiamento e la nostra epoca attuale è stata rivoluzionata totalmente dall’esperienza digitale: la realtà non è più quella che è stata in passato — “il futuro non è più quello di una volta”, come l’espressione dell’artista di strada divenuta ormai proverbiale ci dice.

Gli individui per sopravvivere al cambiamento si rinchiudono in se stessi, e pur collegati col resto del mondo 24 ore su 24 sono in realtà molto soli.

Si parla molto, al cellulare, sul quale si scrive, si lasciano messaggi vocali, si consulta Internet, si riceve la posta, si viaggia nel mondo, si intratteggono rapporti sociali, sempre più labili, evanescenti, staccati dalla corporeità.

Che cosa ne è di noi senza quel malefico e tanto amato o odiato cellulare?

Siamo cittadini del mondo, tutti ci spostiamo con grande facilità per lavoro o per diletto. Tutti siamo turisti. Ci fotografiamo davanti a monumenti, landmark, opere d’arte, simboli del presente e del passato. Alla ricerca della nostra identità perduta.

Per riappropriarci di noi stessi l’arte della penna e della matita ci vengono incontro: scrivere a mano vuol dire prendersi del tempo per se stessi.

Osservare i nostri gesti mentre scriviamo lettere parole frasi ci aiuterà a conoscere e riconoscere chi siamo e che cosa davvero desideriamo, travolti come siamo da questa società degli oggetti che ci sta soffocando anziché liberarci dalla fatica fisica e morale del vivere quotidiano. Oggetti sempre più futili e pleonastici, poiché la realtà nella quale respiriamo è fatta di impalpabili post, pagamenti online, letture online, scambi erotico-sentimentali online.

La diffusione della capacità di leggere e scrivere è stata una grande rivoluzione che ha permesso ad un numero sempre crescente di persone di prendere coscenza di sé e di conoscere saperi e pensieri altrui.

La rivoluzione digitale ci permette tutto, ma ci fa perdere purtroppo la libertà; ci rende dipendenti dal web. Senza connessione wifi chi siamo?

Proviamo a riprendere in mano quaderni e penne e raccontiamo le nostre vite come si faceva una volta. Scrivere a mano ci consente di volgere la nostra attenzione all’interno di noi stessi.

È una sorta di meditazione fatta attraverso le dita. La nostra grafia ci descrive, ci si addice, racconta di noi.

È la nostra identità.

Associazione grafologica italiana
Lo Staff di AGI Lombardia

Lo Staff di AGI Lombardia

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